lunedì 21 aprile 2008

BUDDISMO E DIRITTI DEL TIBET - MEDITAZIONE E LIBERAZIONE



Ciao :) In settimana mi ha contattato il presidente dei Buddisti Italiani - Angela Grande - e mi ha chiesto di segnalare a questo blog un importante evento, di cui ti inoltro la presentazione.

[RISORSA CONSIGLIATA PER LA MEDITAZIONE: MEDITAZIONE GUIDATA]
 


 
Il centro NAMDELING - VIA PONTI ROSSI 113, Napoli - Ospita "Bhikkhu Mandawala Pannawansa Thero" Mercoledì 23 aprile 2008 alle ore 20.00: "BUDDISMO E DIRITTI DEL TIBET - MEDITAZIONE E LIBERAZIONE"


NAMDELING è un'articolazione della Comunità Dzogchen internazionale (www.dzogchen.it).
Praticare e sviluppare l'insegnamento di Namkhai Norbu Rimpoche nell'area napoletana è la sua finalità fondamentale.
Vengono svolte regolarmente sessioni di pratica e corsi di introduzione allo Yantra Yoga, alla Danza del Vajra, alla pratica della Contemplazione, allo studio del Santi Maha Sangha.
Vengono inoltre ospitate e promosse attività di studio e di esperienza sui temi della cultura tibetana, il buddhismo, la consapevolezza di sé e delle proprie relazioni, l'equilibrio e il benessere psicofisico.
Bhikkhu Mandawala Pannawansa Thero
è un noto maestro di Buddhismo Theravada, nato a Srilanka,
autore di numerosi libri, saggi ed articoli. È famoso per la sua propensione alla linguistica ed all’impegno sociale:
“In tempi andati,
colonialisti arrivarono con le armi e,
direttamente con quelle armi,
ci spararono contro.
Attualmente,
nuovi colonialisti arrivano con armi
che ci offrono…
cosìcché quelle stesse armi possiamo ucciderci da noi”.
Attualmente risiede in Francia.
SULLA MEDITAZIONE
Ven. Mandawala Pannawansa Thera
Nel moderno mondo occidentale è molto nota l’espressione: “Vivi il momento presente”.
Si dice anche “qui ed ora” spesso ignorando che l’origine di queste espressioni viene dal Satipatthana Sutta.
In sanscrito esiste la parola “kshana” che indica “il più breve istante possibile”…
la vita è un accumulo di “kshana”,
il passato è già andato ed il futuro non si è ancora presentato.
Il solo “istante” esistente è quello presente.
È per questo motivo dovremmo vivere il momento presente.
Saggi come il Buddha vissero il momento presente senza essere mai sviati dalle preoccupazioni passate e dagli infiniti progetti futuri.
La meditazione è “vivere il momento presente”.
Un brahmino che chiese al Buddha chiarimenti sulla pratica spirituale insegnata si sentì rispondere:
“noi mangiamo, dormiamo, camminiamo”… ecc. E quando il brahmino rispose che tutti mangiano, dormono, camminano, e via discorrendo, il Buddha rispose nuovamente: “ la differenza è che siamo consapevoli di camminare quando camminiamo, consapevoli di mangiare quando mangiamo, di dormire quando dormiamo... questa è la meditazione”.
Nel buddhismo esistono tre importantissime parole:
1) Smruti che è la consapevolezza mentale.
2) Samadhi che è la concentrazione.
3) Prajna che è la saggezza trascendentale.
Nella meditazione noi dovremmo essere sempre consapevoli di ogni nostra azione. Nella vita la consapevolezza mentale offre tranquillità e pace interiore. Per esempio una casalinga può essere consapevole ed attenta al suo riversar verdure senza mentalmente errare e,
se continua per questa via,
arriverà a praticare la meditazione anche senza pensare di star meditando.
Ci sono persone che coltivano l’opinione che meditare significhi “meditare da seduti”… concetto falso ed infondato. Noi meditiamo perché è indispensabile farlo.
Necessitiamo il silenzio per cui ce ne costruiamo dentro. Diversamente potremmo diventar matti.
Si pensi a cosa può succedere se un chirurgo si impegna la sua mente sulle proprie preoccupazioni familiari mentre opera un paziente… il rischio è altissimo per la vita del malato. È necessario che il chirurgo sia interamente assorbito in ciò che sta facendo e deve essere consapevole di come e cosa agisce. Questà è la meditazione, questo è smruti o sati…
Mentre siamo in meditazione giungiamo ad un punto in cui scorgiamo non esservi alcuna separazione tra noi ed il resto del mondo e da questa esperienza della non dualità sorge, con naturalezza, la compassione.
Questo è il motivo per cui nel Buddhismo “prajna” e “karuna” (compassione e saggezza) sono complementari. È un fattore degno di nota il fatto che la parola “carità” abbia una radice linguistica comune alla parola “karuna”.
Approfondendo la pratica di “smruti” (consapevolezza mentale) sorge con altrettanta naturalezza anche il “samadhi” (la concentrazione) e, quando un bel giorno capiterà di essere in perfetta concentrazione (samadhi) sorgerà anche la saggezza trascendentale (prajna).
Realizzazioni simili sono possibili quando non siamo più scossi tra gli alti e bassi della vita quotidiani e risultiamo bene ancorati tra fortunose vicissitudini. Il viso del Buddha è sempre illuminato da un sottile sorriso, mai scosso da profitti e perdite.
Analisi e ragione non sono connesse con la meditazione.
Nella meditazione bisogna essere osservatori non giudici!
È sufficiente osservare, senza giudizio, senza valutazioni, senza condanne, senza apprezzamento… solo pura osservazione. Il meditante vince cosi la morte e sperimenta l’eternità in ogni “kshana” (istante).
Per favore leggete il poema di William Blake che segue:
To see a World in a Grain of Sand
Vedere il mondo in grani di sabbia
And a Heaven in a Wild Flower
E il cielo in fiore selvatico
Hold Infinity in the palm of your hand
Prender per mano l’infinito, trattenerlo nel palmo
And Eternity in an hour
E,
in un’ora,
l’eternità.
Lo scienziato austriaco Erwin Schrodinger scrisse così:
“Eternamente e per sempre c’è solo un “ora”… questo unico ed immutabile “ora, il presente. Esso è la sola cosa che non ha fine”
È interessante sapere che meditazione e medicina abbiano la stessa radice linguistica (medi…) mentre nel sanscrito anche “vyadhi” e “samadhi” fondano nella stessa radice. I nostri antenati compreso il fatto che la meditazione agisse come terapia e se ne giovarono. Oggi in molti ospedali sttunitensi la meditazione è impiegata in ausilio a cure mediche.
Attualmente la nuova disciplina scientifica della neuroteologia, che studia le modificazioni del cervello durante la meditazione, è approdata alla conclusione che semplici cambiamenti del porcesso mentale producono radicali mutamenti del cervello. In altre parole ci si avvia alla dimostrazione scientifica degli effetti benefici della meditazione. L’illuminazione potrà essere studiata e provata scientificamente.
Un facile metodo di meditazione è lo Anapanasati, col quale diveniamo consapevoli del nostro respiro. Possiamo meditare sulle inspirazioni e sulle espirazioni e, mentre continuiamo a meditare in questo modo, la nostra mente si calma.
Abitualmente non siamo particolarmente attenti alla nostra respirazione ma è proprio la respirazione che ci fa crescere e che rende solide le nostre ossa… ma noi non vi prestiamo sufficiente attenzione e non siamo grati della vita che godiamo. Non appena iniziamo a respirare consapevolmente la nostra vita migliora, mentalmente e fisicamente. La meditazione alleggerisce così il nostro karma.
Il legame tra meditazione e respiro appare in molte delle parole usate per “anima” e “mente” che sono le stesse utilizzate per definire il respiro o la sua funzione.
1. Anima, Spiritus (Latin)
2. Pneuma, Psyche (Greek)
3. Ruah (Hebrew)
Atman è il verbo tedesco per “respirare” (Atman metre è l’”anima” per la lingua sanscrita)
E vari saggi affermarono con proprie parole la continuità della vita interiore e del mondo:
Buddha: In questo straordinario lungo corpo io vedo il mondo, la sua nascita e la sua estinzione.
Socrate: Conosci te stesso e conoscerai le divinità ed il mondo.
Gesù: Il regno di Dio è dentro di te.
Maometto: Chi conosce se stesso conoscerà Dio.
Jalal Uddin Rumy: Mi guardai d’intorno per vedere Dio, ma egli non era là… allora mi guardai dentro ed Egli vi era.
Nietzsche: Il regno di Dio è uno stato che si forma dentro il cuore.
Questo è quanto mi ha scritto Angela.
Mi fa piacere dare un contributo alla causa perchè sono
moralmente vicino ai Tibetani in questo momento.

1 abbraccio
Josè

[RISORSA CONSIGLIATA PER LA MEDITAZIONE: MEDITAZIONE GUIDATA]

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